Preghiamo per il Papa

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Preghiamo per il Papa

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Invito tutti a pregare per il Papa!!! Ha fatto tanto anche per i non credenti.
Da qui entra nella pagina dell'Ansa riguardante il Papa

[smile]2[/smile]
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Ieri alle 21.37 è morto Giovanni Paolo II

Speriamo che dal Paradiso continui la sua opera...
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Qui puoi trovare il riassunto della vita da Pontefice di Karol Wojtyla.
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I funerali saranno venerdì alle 10
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I papabili si raccontano sui siti Internet

I caratteri, gli hobby, le abitudini: dall'Argentina all'India dodici «autoritratti» in Rete

Tra i tanti marchi distintivi del pontificato di Giovanni Paolo II c'è sicuramente quello del Grande comunicatore. Il suo pontificato lungo più d'un quarto di secolo ha sconvolto il rapporto tra il papato e i mezzi di comunicazione di massa.
Una delle grandi scommesse del successore di Karol Wojtyla sarà probabilmente questa: non deludere chi è abituato alla continua «presenza» mediatica del capo della Chiesa cattolica. Quindi saper maneggiare quegli strumenti che assicurano, nel nostro tempo, il contatto autentico col popolo planetario della globalizzazione.
Impossibile non pensare a Internet, a uno strumento che Giovanni Paolo II negli ultimi tempi sapeva padroneggiare («il computer ha cambiato la mia vita», raccontò nel 1998). Quindi può essere interessante capire come una dozzina di possibili papabili (scelti con i criteri necessariamente arbitrari di queste imprevedibili circostanze) si «autorappresentino» online. Cioè come alcuni tra i porporati più in vista dell'imminente Conclave abbiano deciso di raccontarsi, per esempio alla vasta platea della loro diocesi o di chi segue il loro lavoro nella Curia. Cliccando tra i continenti si scoprono caratteri, abitudini, gusti. Il tutto grazie alla Rete.

Joseph Ratzinger
Due fan club e forum sul decano dei porporati
www.ratzinger.it
www.ratzingerfanclub.com

Dionigi Tettamanzi
Mille foto digitali, news, lettere e omelie online
www.chiesadimilano.it

Camillo Ruini
Il vicario «navigatore» e il sito con gli sponsor
www.vicariatusurbis.org
www.chiesacattolica.it

Angelo Scola
L'ultima notizia sul web «Voglio udienze libere»
www.patriarcato.venezia.it

Jorge Mario Bergoglio
Poche righe e lo slogan «Patria, passione, verità»
www.arzbaires.org.ar
www.aica.org

Ivan Dias
Sondaggi e preghiere «Inviate le intenzioni»
www.archbom.org

Christoph Schönborn
La sagoma del Duomo sotto colori grigi e neri
http://stephanscom.at

Norberto Rivera Carrera
Una grande immagine e tutte le interviste
http://www.arzobispadomexico.org

José Da Cruz Policarpo
Portale rosso accesso. Ma non riceve le email
http://www.patriarcado-lisboa.pt

Oscar Rodriguez Maradiaga
Sassofono e prediche contro i narcotrafficanti
http://www.vatican.va

Ennio Antonelli
La sobrietà del prelato meno esposto in Rete
http://www.firenze.chiesacattolica.it

Claudio Hummes
Madre Teresa e il papa. Le riflessioni in un clic
http://www.arquidiocese-sp.org.br


Paolo Conti
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IL MESSAGGIO AGLI ITALIANI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CIAMPI

Gli italiani tutti, io con loro, piangono il Santo Padre, il Papa che abbiamo sentito a noi tanto vicino.
Lo abbiamo amato.
Lo abbiamo ammirato per la forza delle idee, il coraggio, la passione, la capacità di trasmettere valori e speranza a tutti noi, soprattutto ai nostri giovani, ai giovani di tutto il mondo.
Abbiamo ammirato la Sua straordinaria apertura al dialogo tra le religioni e le etnie.
L'Italia è in lutto. Avverto, come tutti, un profondo dolore.
È forte in me il ricordo dei tanti incontri, dei tanti colloqui.
Mia moglie e io conserveremo per sempre nel cuore la Sua voce, soprattutto i Suoi occhi luminosi e acuti, che ti scavavano nel profondo.
Il Suo sguardo, carico di affetto, che ti abbracciava prima ancora che Egli alzasse le braccia.
Non potrò mai dimenticare momenti straordinari come il raduno di milioni di giovani durante il Giubileo, nell'agosto del 2000, a Tor Vergata.
Né dimenticherò mai l'emozione che provai quando in una cerimonia ad Assisi, nel gennaio del 2002, il Santo Padre mi offrì di portare la lampada sul trìpode della pace.
Papa Giovanni Paolo II ha segnato la storia.
Sarà ricordato come uno di quegli uomini che hanno indicato una strada, di libertà e di giustizia, e che l'hanno perseguita con tutte le loro forze.
In questo momento di profonda commozione, il pensiero va allo straordinario contributo che Giovanni Paolo II ha dato al superamento della divisione tra l'Est e l'Ovest, al Suo strenuo impegno per un ordine mondiale sorretto da princìpi e obiettivi di pace, al Suo infaticabile apostolato in ogni angolo della terra in sostegno di una migliore condizione umana.
Egli ha comunicato speranza e fiducia a tutti noi. Ha scolpito le nostre coscienze con i valori che danno senso e dignità alla vita delle persone e della società umana. Giovanni Paolo II ha creduto nella forza dello spirito e ha testimoniato, con il Suo indomito coraggio e la serenità della sofferenza, la fortezza che permette di affrontare qualsiasi ostacolo, di operare per il bene in ogni circostanza.
Egli continuerà a vivere nei nostri cuori, nella riconoscenza per la Sua testimonianza, per il Suo esempio.
Egli è stato vero apostolo di pace nel mondo intero.
L'Italia, Roma - la Sua diocesi - piangono la perdita di un Padre, di una persona amata.

Carlo Azeglio Ciampi
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LE DICHIARAZIONI DEI "GRANDI"


È morto un instancabile difensore della pace, vero pioniere del dialogo interconfessionale.
Kofi Annan
Segretario generale dell'Onu

Il mondo ha perso un leader religioso rispettato dalle genti di tutte le fedi e anche di chi non è religioso. Era una fonte di ispirazione, un uomo di straordinaria fede, dignità e coraggio.
Tony Blair
Primo ministro della Gran Bretagna

Ricorderemo sempre il prete umile, saggio e coraggioso che divenne uno dei grandi leader mondiali della storia. Siamo grati a Dio per averci inviato un uomo così, un figlio di Polonia diventato il vescovo di Roma e un eroe per sempre.
George W. Bush
Presidente degli Stati Uniti

Il servizio pastorale multiforme e infaticabile di Giovanni Paolo II mirava a costruire relazioni internazionali più giuste, una società fondata sui principi dell'umanesimo e della solidarietà, a consolidare le basi spirituali e morali della vita umana.
Vladimir Putin
Presidente della Russia

L'Italia tutta piange insieme alla Chiesa cattolica per la perdita di un protagonista della storia degli ultimi decenni. Tutti ci inchiniamo di fronte a un uomo che ha testimoniato in modo sublime i valori supremi della vita umana e della libertà.
Silvio Berlusconi
Presidente del Consiglio dei ministri

La storia conserverà l'impronta e la memoria di questo sommo Pontefice eccezionale, il cui carisma, convinzione e compassione hanno fatto risuonare il messaggio evangelico di un'eco senza precedenti sulla scena internazionale.
Jacques Chirac
Presidente della Repubblica francese

Abbiamo perso una figura religiosa molto importante che ha consacrato la sua vita alla difesa della pace e della giustizia per tutti.
Abu Mazen
Presidente dell'Autorità nazionale palestinese

L'umanità conserverà per sempre con sé un commosso ricordo dell'instancabile lavoro che Giovanni Paolo II ha sempre compiuto a favore della pace, della giustizia e della solidarietà tra i popoli.
Fidel Castro
Presidente di Cuba

Un ardente difensore delle cause giuste e un simbolo di saggezza si è spento dopo un lungo percorso pontificale che gli è valso a giusto titolo l'ammirazione e il rispetto non solo di tutti i popoli monoteisti del mondo, ma dell'insieme della comunità internazionale.
Abdelaziz Bouteflika
Presidente dell'Algeria

Per tutto il suo pontificato Giovanni Paolo II si è instancabilmente battuto, come solo lui sapeva fare, per la causa di un'Unione europea sempre più allargata, tanto da meritare il titolo di "padre fondatore" dell'Europa unita.
José Manule Barroso
Presidente della Commissione europea

Giovanni Paolo lascia un vuoto incolmabile per tutti coloro che credono nella pace e nella giustizia nel mondo.
Sceicco Ekrama
Mufti di Gerusalemme

Il mondo ha perso uno dei leader più importanti della nostra generazione, il cui grande contributo all'avvicinamento dei cuori, all'unione tra i popoli, alla comprensione e alla tolleranza ci accompagnerà per molti anni.
Ariel Sharon
Primo ministro d'Israele

Giovanni Paolo II sarà ricordato dalla comunità ebraica mondiale come una figura coraggiosa e innovatrice che più di ogni altro Papa nella storia si è adoperato per sanare le ferite del passato e per gettare ponti per il fututo tra le nostre due religioni.
Jack Bemporad
Rabbino capo degli Stati Uniti

Papa Wojtyla ha sognato e lavorato per il ripristino dell'unità dei cristiani e non si è risparmiato per la pace nel mondo. Mancano oggi personalità coraggiose come lui.
Bartolomeo I
Patriarca ecumenico di Costantinopoli[/b]

Oggi ci sentiamo tutti un po' orfani, ma ci sentiamo più vicini, ebrei e cattolici di quanto non fossimo due o tre generazioni fa. Confidiamo che la strada che abbiamo cominciato assieme possa essere proseguita da chi avrà il non facile compito di riprendere nelle sue mani il testimone.
Amos Luzzatto
Presidente dell'unione delle Comunità ebraiche italiane

Il papato di Giovanni Paolo II ha segnato un'epoca nella vita della Chiesa cattolica romana e in generale nella storia moderna. La persona, l'attività e le idee di Giovanni Paolo II hanno avuto un forte impatto sul mondo.
Alessio II
Patriarca ortodosso di tutte le Russie
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Il testo dell'omelia del Cardinale Ratzinger per il funerale del Papa (1)

“Seguimi” dice il Signore risorto a Pietro, come sua ultima parola a questo discepolo, scelto per pascere le sue pecore. “Seguimi” – questa parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto ed amato Papa Giovanni Paolo II, le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come seme di immortalità – il cuore pieno di tristezza, ma anche di gioiosa speranza e di profonda gratitudine.
Questi sono i sentimenti del nostro animo, Fratelli e Sorelle in Cristo, presenti in Piazza S. Pietro, nelle strade adiacenti e in diversi altri luoghi della città di Roma, popolata in questi giorni da un’immensa folla silenziosa ed orante. Tutti saluto cordialmente. A nome anche del Collegio dei Cardinali desidero rivolgere il mio deferente pensiero ai Capi di Stato, di Governo e alle delegazioni dei vari Paesi. Saluto le Autorità e i Rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane, come pure delle diverse religioni. Saluto poi gli Arcivescovi, i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i fedeli tutti giunti da ogni Continente; in modo speciale i giovani, che Giovanni Paolo II amava definire futuro e speranza della Chiesa. Il mio saluto raggiunge, inoltre, quanti in ogni parte del mondo sono a noi uniti attraverso la radio e la televisione in questa corale partecipazione al solenne rito di commiato dall’amato Pontefice.
Seguimi – da giovane studente Karol Wojtyła era entusiasta della letteratura, del teatro, della poesia. Lavorando in una fabbrica chimica, circondato e minacciato dal terrore nazista, ha sentito la voce del Signore: Seguimi! In questo contesto molto particolare cominciò a leggere libri di filosofia e di teologia, entrò poi nel seminario clandestino creato dal Cardinale Sapieha e dopo la guerra poté completare i suoi studi nella facoltà teologica dell’Università Jaghellonica di Cracovia. Tante volte nelle sue lettere ai sacerdoti e nei suoi libri autobiografici ci ha parlato del suo sacerdozio, al quale fu ordinato il 1° novembre 1946. In questi testi interpreta il suo sacerdozio in particolare a partire da tre parole del Signore. Innanzitutto questa: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 16). La seconda parola è: “Il buon pastore offre la vita per le pecore” (Gv10, 11). E finalmente: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Gv15, 9). In queste tre parole vediamo tutta l’anima del nostro Santo Padre. E’ realmente andato ovunque ed instancabilmente per portare frutto, un frutto che rimane. “Alzatevi, andiamo!”, è il titolo del suo penultimo libro. “Alzatevi, andiamo!” – con queste parole ci ha risvegliato da una fede stanca, dal sonno dei discepoli di ieri e di oggi. “Alzatevi, andiamo!” dice anche oggi a noi. Il Santo Padre è stato poi sacerdote fino in fondo, perché ha offerto la sua vita a Dio per le sue pecore e per l’intera famiglia umana, in una donazione quotidiana al servizio della Chiesa e soprattutto nelle difficili prove degli ultimi mesi. Così è diventato una sola cosa con Cristo, il buon pastore che ama le sue pecore. E infine “rimanete nel mio amore”: Il Papa che ha cercato l’incontro con tutti, che ha avuto una capacità di perdono e di apertura del cuore per tutti, ci dice, anche oggi, con queste parole del Signore: Dimorando nell’amore di Cristo impariamo, alla scuola di Cristo, l’arte del vero amore.
Seguimi! Nel luglio 1958 comincia per il giovane sacerdote Karol Wojtyła una nuova tappa nel cammino con il Signore e dietro il Signore. Karol si era recato come di solito con un gruppo di giovani appassionati di canoa ai laghi Masuri per una vacanza da vivere insieme. Ma portava con sé una lettera che lo invitava a presentarsi al Primate di Polonia, Cardinale Wyszyński e poteva indovinare lo scopo dell’incontro: la sua nomina a Vescovo ausiliare di Cracovia. Lasciare l’insegnamento accademico, lasciare questa stimolante comunione con i giovani, lasciare il grande agone intellettuale per conoscere ed interpretare il mistero della creatura uomo, per rendere presente nel mondo di oggi l’interpretazione cristiana del nostro essere – tutto ciò doveva apparirgli come un perdere se stesso, perdere proprio quanto era divenuto l’identità umana di questo giovane sacerdote. Seguimi – Karol Wojtyła accettò, sentendo nella chiamata della Chiesa la voce di Cristo. E si è poi reso conto di come è vera la parola del Signore: “Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece l’avrà perduta la salverà” (Lc17, 33). Il nostro Papa – lo sappiamo tutti – non ha mai voluto salvare la propria vita, tenerla per sé; ha voluto dare se stesso senza riserve, fino all’ultimo momento, per Cristo e così anche per noi. Proprio in tal modo ha potuto sperimentare come tutto quanto aveva consegnato nelle mani del Signore è ritornato in modo nuovo: l’amore alla parola, alla poesia, alle lettere fu una parte essenziale della sua missione pastorale e ha dato nuova freschezza, nuova attualità, nuova attrazione all’annuncio del Vangelo, proprio anche quando esso è segno di contraddizione.
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Il testo dell'omelia del Cardinale Ratzinger per il funerale del Papa (2)

Seguimi! Nell’ottobre 1978 il Cardinale Wojtyła ode di nuovo la voce del Signore. Si rinnova il dialogo con Pietro riportato nel Vangelo di questa celebrazione: “Simone di Giovanni, mi ami? Pasci le mie pecorelle!” Alla domanda del Signore: Karol mi ami?, l’Arcivescovo di Cracovia rispose dal profondo del suo cuore: “Signore, tu sai tutto: Tu sai che ti amo”. L’amore di Cristo fu la forza dominante nel nostro amato Santo Padre; chi lo ha visto pregare, chi lo ha sentito predicare, lo sa. E così, grazie a questo profondo radicamento in Cristo ha potuto portare un peso, che va oltre le forze puramente umane: Essere pastore del gregge di Cristo, della sua Chiesa universale. Non è qui il momento di parlare dei singoli contenuti di questo Pontificato così ricco. Vorrei solo leggere due passi della liturgia di oggi, nei quali appaiono elementi centrali del suo annuncio. Nella prima lettura dice San Pietro - e dice il Papa con San Pietro - a noi: “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è Signore di tutti” (Atti10, 34-36). E, nella seconda lettura, San Paolo - e con San Paolo il nostro Papa defunto – ci esorta ad alta voce: “Fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi” (Fil4, 1).
Seguimi! Insieme al mandato di pascere il suo gregge, Cristo annunciò a Pietro il suo martirio. Con questa parola conclusiva e riassuntiva del dialogo sull’amore e sul mandato di pastore universale, il Signore richiama un altro dialogo, tenuto nel contesto dell’ultima cena. Qui Gesù aveva detto: “Dove vado io voi non potete venire”. Disse Pietro: “Signore, dove vai?”. Gli rispose Gesù: “Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi” (Gv13, 33.36). Gesù dalla cena va alla croce, va alla risurrezione – entra nel mistero pasquale; Pietro ancora non lo può seguire. Adesso – dopo la risurrezione – è venuto questo momento, questo “più tardi”. Pascendo il gregge di Cristo, Pietro entra nel mistero pasquale, va verso la croce e la risurrezione. Il Signore lo dice con queste parole, “… quando eri più giovane... andavi dove volevi, ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi” (Gv21, 18). Nel primo periodo del suo pontificato il Santo Padre, ancora giovane e pieno di forze, sotto la guida di Cristo andava fino ai confini del mondo. Ma poi sempre più è entrato nella comunione delle sofferenze di Cristo, sempre più ha compreso la verità delle parole: “Un altro ti cingerà…”. E proprio in questa comunione col Signore sofferente ha instancabilmente e con rinnovata intensità annunciato il Vangelo, il mistero dell’amore che va fino alla fine (cfGv13, 1).
Egli ha interpretato per noi il mistero pasquale come mistero della divina misericordia. Scrive nel suo ultimo libro: Il limite imposto al male “è in definitiva la divina misericordia” (“Memoria e identità”, pag. 70). E riflettendo sull’attentato dice: “Cristo, soffrendo per tutti noi, ha conferito un nuovo senso alla sofferenza; l’ha introdotta in una nuova dimensione, in un nuovo ordine: quello dell’amore…E’ la sofferenza che brucia e consuma il male con la fiamma dell’amore e trae anche dal peccato una multiforme fioritura di bene” (pag. 199). Animato da questa visione, il Papa ha sofferto ed amato in comunione con Cristo e perciò il messaggio della sua sofferenza e del suo silenzio è stato così eloquente e fecondo.
Divina Misericordia: Il Santo Padre ha trovato il riflesso più puro della misericordia di Dio nella Madre di Dio. Lui, che aveva perso in tenera età la mamma, tanto più ha amato la Madre divina. Ha sentito le parole del Signore crocifisso come dette proprio a lui personalmente: “Ecco tua madre!”. Ed ha fatto come il discepolo prediletto: l’ha accolta nell’intimo del suo essere (eis ta idia:Gv 19, 27) – Totus tuus. E dalla madre ha imparato a conformarsi a Cristo.
Per tutti noi rimane indimenticabile come in questa ultima domenica di Pasqua della sua vita, il Santo Padre, segnato dalla sofferenza, si è affacciato ancora una volta alla finestra del Palazzo Apostolico ed un’ultima volta ha dato la benedizione “Urbi et orbi”. Possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice. Sì, ci benedica, Santo Padre. Noi affidiamo la tua cara anima alla Madre di Dio, tua Madre, che ti ha guidato ogni giorno e ti guiderà adesso alla gloria eterna del Suo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
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Ieri alle 17.50 è stato eletto Papa Joseph Ratzinger col nome di Benedetto XVI.
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